Di qui all’eternità, l’infinito ponte di Paluello

Abbiamo tutti presente come negli ultimi anni in Italia ponti e viadotti hanno cominciato a cadere, dopo anni di incuria e di cattiva amministrazione.

Una soluzione è stata quella di chiuderli come nel caso di via Torre a Fiesso d’Artico, al confine con Dolo. Ma non sempre si può fare: talvolta ponti e viadotti sono veri e propri nodi di un traffico intenso e bisogna fare di tutto perché stiano in piedi.

Presumiamo sia stato questo il pensiero del Sindaco della città Metropolitana Brugnaro in uno dei momenti in cui non è occupato a fondare il suo nuovo partito: sistemare un ponte vetusto prima che crolli rovinosamente.

Molti cittadini di Fiesso speravano invece in altro.
Si sentiva di quando in quando sussurrare: vuoi vedere che ne approfittano per mettere ordine a un luogo diventato simbolo dell’incapacità del fare e, magari, mettere pure fine al degrado?


E invece no: nonostante da più di tre lustri l’Amministrazione avesse raggiunto un accordo con l’allora Provincia per risolvere il nodo di Paluello, Brugnaro ha deciso di agire in modo monocratico e di limitarsi al minimo sindacale: fare in modo che il centenario e scadente manufatto resti in piedi e regga alle solite chilometriche code di camion e auto, spendendo una cifra non trascurabile, chiudendo la strada per tre mesi (ma a Fiesso abbiamo imparato come la data di inizio lavori sia certa, solo aleatoria quella della loro fine), e forse anche il fiume, danneggiando così il turismo estivo.

Diciamo le cose chiaramente: la ristrutturazione del ponte doveva essere l’occasione per agire e migliorare il traffico e la viabilità. E invece niente rotatoria; e pure la tanto agognata pista ciclopedonale che oggi corre lungo via Piove e che si interrompe alla base del ponte, rimarrà senza una passerella sul Naviglio, lasciando aperto il nodo della sicurezza sul territorio comunale.

Se i residenti di via Piove piangono, chissà quelli che risiedono a Paluello…..

Noi continueremo a ricordare il problema fino a che non sarà risolto: non può essere che su quel ponte e su quella strada gravi un traffico delle dimensioni che conosciamo. Né vogliamo rassegnarci al fatto che si producano quotidianamente i soliti ingorghi.

Già lo sappiamo; la nostra zona gode di una pessima situazione atmosferica e nelle ore di punta l’aria diventa semplicemente irrespirabile.