Spazzatura e dintorni…

Nei giorni scorsi è stato sollevato un vivace dibattito sul poco rispetto da parte di alcuni utenti del parco Oriana Fallaci; il dito è stato puntato sui ragazzi che lo frequentano e il Sindaco Andrea Martellato è intervenuto tramite i social.

Chiosando il messaggio lanciato alla cittadinanza e che potete reperire nella sua interezza sul profilo di Andrea Martellato Sindaco, l’Amministrazione ha stabilito di chiudere temporaneamente l’accesso al parco invitando i responsabili a collaborare nella giornata di sabato 12 giugno alla pulizia dello stesso.

Premesso che condividiamo l’appello lanciato dall’Amministrazione a mantenere pulito e ordinato il parco, in buon ordine e in perfetto stato le strutture pubbliche che vi si trovano e a rispettare gli orari di apertura e di chiusura, ci domandiamo se la decisione di chiudere il parco indistintamente a tutti gli utenti sia una scelta condivisibile.

Gli episodi di abbandono dell’immondizia sul territorio comunale sono ricorrenti non solo nei parchi pubblici. Lungo il Serraglio o la bretella vengono spesso e volentieri abbandonati sacchi neri o oggetti ingombranti; lo stesso accade presso i contenitori speciali o nei cestini.

Il Parco Fallaci riscontra questo problema dalla sua inaugurazione e se nessuno ha mai sollevato il problema è perché spesso ci sono genitori e persone anziane che volontariamente raccolgono l’immondizia portandosela a casa, dato che il numero di cestini è insufficiente e pertanto spesso traboccano di pattume.

Ma c’è di più. Che cosa dovrebbero infatti dire i cittadini di Fiesso nel momento in cui dovessero scoprire che i contenitori rossi per la raccolta delle deiezioni dei loro amici a quattro zampe a spasso per il paese sono rimasti per ben più di un anno accatastati nel deposito comunale in attesa di essere resi disponibili alla popolazione?

Credo converrete con noi che se gli utenti abbandonano bottiglie di birra e cartoni per la pizza, la soluzione non possa essere quella di chiudere la pizzeria per asporto.

Additare alcuni comportamenti come non consoni e intervenire inibendo o minacciando di inibire il servizio in questione può essere una risposta risolutiva?

Se i ragazzi (parliamo di loro, ma con essi chiamiamo in causa anche gli adulti loro tutori) non si riconoscono nel territorio, non lo apprezzano, non lo rispettano bisognerebbe interrogarsi sulle motivazioni di tale distacco e su come ricreare questo legame.

Forse creare un ponte tra Amministrazione e scuola nel quale si concretizzi un progetto di partecipazione attiva all’educazione civica potrebbe essere un primo passo. La soluzione passa sempre attraverso l’educazione e il riconoscimento della persona come individuo, e non come soggetto passivo da reprimere o punire.

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