Comunità, povertà, solidarietà.

Gente che fa fatica ad arrivare a fine mese nel 2020 anche a Fiesso d’Artico, nel pieno del ricco Nord-Est?… è un dato di fatto, chiedete un po’ in giro, perché la crisi c’è ed è pesante.



Disagio sociale? Possibile che ci sia anche a Fiesso d’Artico?… E perché no? Difficoltà di integrazione per e con gli immigrati?

Sarebbe da stupirsi che non ci fosse, visto che buona parte dell’amministrazione comunale ignora il problema ideologicamente, e lo irride suonando in pubblico voci estremiste come quella di Magdi Allam…
Eppure, una quota consistente di cittadini stranieri contribuisce in modo fondamentale all’economia locale ed è persino solidale con le associazioni di volontariato facendo loro delle donazioni in denaro come riconoscimento del loro impegno in tempi di Covid.

Si fa qualcosa per dare una mano? Molto è lasciato all’iniziativa di enti come la Caritas o di singoli e benemeriti privati. Le assistenti sociali del comune fanno bene il loro lavoro, ma quello che manca è un’idea di comunità, di una presa di coscienza di questi fenomeni che restano sommersi.

Manca un lavoro di coordinamento, una visione d’insieme che e armonizzi e valorizzi le varie anime; una condivisione pubblica di queste problematiche, magari con uno studio e una raccolta di informazioni organizzata tanto per sapere dove andare a parare. Se queste cose non le fa un’amministrazione comunale, secondo voi chi le dovrebbe fare?