Un progetto complessivo

Si ha l’impressione che a Fiesso nessuno si preoccupi dello stato del territorio e delle sue prospettive. Una volta detto che bisogna smetterla di trasformare il poco terreno agricolo rimasto in aree edificabili, sembra tutto concluso.

In verità non è così: perché avere un progetto urbanistico significa avere un progetto per il paese. 

Cosa vogliamo essere? Un quartiere anonimo di periferia, un dormitorio che galleggia tra Venezia e Padova?

Vogliamo proseguire come si è fatto in questi ultimi anni lasciando che le cose vadano seguendo una qualche corrente, oppure vogliamo cercare di mantenere una qualche personalità a livello comunale?

In tal caso bisogna lavorarci. Quali riteniamo siano i servizi necessari per questa ambizione? Dove e come pensiamo di sistemarli? Quale idea di comunità e di società abbiamo in mente?

Quella secondo cui ognuno se ne sta a casa propria guardando la televisione o partecipando a qualche gruppo Facebook o Instagram? Oppure pensiamo a una società che sia una comunità in cui la gente si conosce anche di persona, e se esce dalla porta di casa è ancora nel suo ambiente? 

Dobbiamo partire dalle risposte a queste domande: sapendo che se pensiamo all’isolamento i costi da pagare sono gravi e toccano ognuno di noi. Minore coesione sociale vuol dire aumento della delinquenza, della devianza sociale, di problemi che ci fanno male e che costano. E che rischiano di toccarci nel vivo, anche nelle nostre famiglie. Occorre pensarci, e bene.