Meno giovani e giovani

Fiesso zero servizi da Martellato

Dopo una vita di lavoro, benvenuta la pensione! La si attende con ansia, un dono che d’un tratto ti permette di vivere senza ansie, padroni del nostro tempo.

Potrebbe davvero essere così.

Nella realtà succede spesso che chi arriva alla pensione si trovi disorientato, infelice, incapace di godersi serenamente gli anni del riposo. La libertà che ci si aspettava si trasforma in smarrimento; le possibilità che si intravedevano fanno presto a svelare la solitudine; la gioia può mutarsi in depressione.

Perché? 

La nostra non è una società per anziani: al massimo si propone di sfruttarli come utenti o come sostegno economico per i più giovani se va bene, o come erogatori di servizi non pagati quando va male. Se non stanno dentro questa logica non c’è alcuno spazio per loro.

E, in effetti, mancano tutti quegli accorgimenti adatti a rendere una vita piena non di occupazioni, ma di significato attraverso strumenti di integrazione e partecipazione.

Prendiamo il caso di Fiesso d’Artico dove esiste da decenni un centro anziani utile e funzionante, in grado di fornire almeno in parte le cose che dicevamo.

Bene, lo si è sfrattato dalla sua sede e non si riesce a trovarne un’altra. Della cosa sembra non interessarsi nessuno, se non con vaghe e contraddittorie parole. Certo, Auser è un’associazione e vengono prima i servizi pubblici.

Però, se di servizi pubblici non ce ne sono, non hanno forse anche gli anziani il diritto ai loro spazi?

Ma riprendiamo il filo del nostro discorso. Gli anziani, purtroppo, hanno una certa tendenza ad ammalarsi. È nell’ordine delle cose e della vita. Coloro, e sono la stragrande maggioranza, che hanno lavorato, si sono già pagati le cure in anticipo con i contributi versati per una vita.

Cosa trovano, adesso?

Ben poco: i servizi di geriatria sul territorio sono insufficienti – speriamo che l’infermiere domiciliare porti qualche contributo che se forse non sarà risolutivo, potrà aiutare a tenere monitorata la popolazione e le sue esigenze. Se tutto è affidato ai soli medici di base, la visita geriatrica è quasi un terno al lotto.

Un compito importante, per qualunque Amministrazione comunale è lavorare per costruire servizi sociosanitari pubblici ben integrati, coordinati, accessibili. Ciò può dare un po’ di serenità agli anziani e ai loro famigliari.

Esiste, si dirà, la casa di riposo. È auspicabile ricorrervi il meno possibile: in genere le alternative, magari incentivate, sono migliori sul piano psicologico e persino meno onerose. Capiamoci: sono strutture private che hanno una finalità anche economica, ma occorrerebbe relazionarsi in modo più attento.

L’anno scorso, ad esempio, nelle fasi più calde della pandemia, in quella di Fiesso ci sono stati circa 23 morti: a spanne un quarto degli ospiti. Il Comune non ha detto niente: sono affari solo dei privati? Possibile? Il sindaco non ha funzioni di sorveglianza anche in questa materia? Conosciamo già la litania: la responsabilità è sempre di qualcun altro e lo scaricabarile è un bel gioco. Ma facciamo in modo che nel prossimo futuro duri anche poco.

Sono solo alcuni dei temi che richiedono l’intervento di un Comune degno di questo nome: tutto il resto sta dentro quanto è necessario anche per le altre classi di età. Gli anziani, come gli altri cittadini, hanno diritto a circolare in sicurezza: percorsi pedonali, piste ciclabili…

Hanno anche il diritto a non dover fare chilometri per comprare un litro di latte, a essere indipendenti anche per le cose elementari: serve dunque favorire il commercio di prossimità. Hanno poi il diritto a sedersi in sicurezza su una panchina del parco pubblico. Hanno diritto a leggere il giornale, forse non necessariamente solo al bar ma magari pure in un’emeroteca pubblica, e persino di poterci fare qualche sana discussione. Hanno diritto ad essere aiutati in un mondo come il nostro in cui tutto funziona tramite computer, telefonini, IO, SPID ecc. Non sapersi orientare significa vivere esiliati.

Hanno insomma diritto ad essere trattati per quel che sono: donne e uomini, non oggetti ormai deteriorati di cui non si vede l’ora di disfarsi.

Se ai pensionati per alcuni aspetti la vita a Fiesso non sorride, nemmeno i giovani se la passano benissimo. Mancano in paese luoghi di aggregazione destinati a quei ragazzi che abbiano terminato il ciclo della Scuola Secondaria di I Grado; gli adolescenti a Fiesso tendono a trasformarsi in fantasmi che ogni, tanto con la bella stagione come le lumache con la pioggia, si vedono comparire nei parchi o in qualche casa diroccata oltre il Serraglio.

Dove sono a Fiesso quelle strutture promesse già dieci anni fa e che potrebbero ospitarli e permettere loro di continuare a frequentarsi, nonostante le strade diverse intraprese, e che rischiano di trasformarli con il tempo in degli estranei? Dove sono le iniziative rivolte a loro?

Ci chiediamo da diverso tempo dove sono i locali pubblici dove possano svolgere insieme i compiti il pomeriggio e consultare magari qualche testo di approfondimento? E in questo la biblioteca non è per nulla uno spazio sufficiente: ci sono troppi pochi posti e non esistono PC da poter usare per per portare a termine ricerche e approfondimenti.

Dove si trova quell’emeroteca già menzionata e che potrebbe essere frequentata pure dai loro colleghi più grandi che sono già all’università?

Dove sono quegli spazi autogestiti per poter ascoltare o fare musica, progettare incontri e dibattiti, promuovere mostre, permettere di incontrarsi anche nelle stagioni fredde?

Dove possono trovare informazioni per trovare un lavoro? Oppure per intraprendere un percorso di studio all’estero o per cercare borse di studio? Tutte comunicazioni che di solito si trovano in un Centro Giovani o Informagiovani ben attrezzato, con personale adeguato che sostenga i giovani e ne conosca le esigenze. Un tempo c’era, poi è arrivato Martellato, accompagnato dal nuovo candidato sindaco.

La risposta purtroppo è categorica: tutto ciò a Fiesso non c’è, PER ORA, come per altro non esiste un progetto a tal proposito.

Esiste, questa sì e per fortuna, una nuova biblioteca attesa per anni, ma decisamente troppo piccola per poter soddisfare le esigenze di un bacino d’utenza vario e numeroso, soprattutto di giovani di varie età, come quello di Fiesso.

Ci chiediamo se per caso il Sindaco e la Giunta, nell’approvare il progetto e nel calcolare gli spazi, siano stati tanto lungimiranti da guardare ai dati nazionali che segnalano il calo dei nuovi nati. Oppure se non abbiano invece utilizzato i dati dei residenti a Fiesso di quarant’anni fa? O ancora peggio, non è che non siano poco interessati al futuro dei nostri giovani?

A differenza loro, per noi sia i giovani sia i meno giovani sono al centro del nostro futuro operato e noi vogliamo produrre uno sforzo importante per creare le condizioni affinché trovino nuove attività e nuovi luoghi di aggregazione.

Per questo abbiamo fatto una prima proposta concreta attivando la Artic Records e offrendo gratuitamente la consulenza di esperti per la promozione di giovani creativi; ma non ci limiteremo a questo, dato che abbiamo in serbo altre iniziative rivolte a loro, così come ai meno giovani.

Noi ci impegneremo a fondo affinché entrambe queste categorie di cittadini di Fiesso siano maggiormente coinvolte nei processi decisionali, in modo da poter segnalare le loro esigenze.

A noi interessa il futuro di Fiesso e quindi per noi sono vitali il benessere sia dei giovani sia dei meno giovani.

Pensiamo perciò che si debba riattivare al più presto lo sportello Informagiovani gestito da educatori professionali dove, oltre all’azione informativa su aspetti riguardanti studio/lavoro/salute, ci sia la possibilità di coinvolgere in prima persona i ragazzi nell’ideazione e realizzazione di manifestazioni, cineforum, concerti, corsi, laboratori, progetti di peer education con bambini che vivono situazioni di povertà educativa e altre iniziative “dal basso”.

Pensiamo sia utile organizzare attività di cura del bene comune nel nostro territorio comunale assieme ai ragazzi con l’accompagnamento di operatori.

Crediamo sia necessario realizzare workshop con artisti che abbiano anche un’attenzione sociale/educativa su tematiche importanti per la crescita dei ragazzi.

Riteniamo che sarebbe importante promuovere la nascita di una Rete di famiglie disponibili all’accoglienza di bambini/ragazzi in situazioni di fragilità.

Siamo convinti che sia particolarmente importante l’organizzazione di iniziative/laboratori di scambio intergenerazionale tra anziani e bambini/ragazzi su alcune tematiche (giochi, racconti, attività manuali e artigianali, uso della tecnologia, cura dell’orto, ecc.)
Pensiamo infine che sia utile incoraggiare la nascita di una Rete di famiglie accoglienti disponibile al supporto di anziani in situazioni di fragilità.